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domenica 20 aprile 2008

Emersione...

Son passati… quanti?… 3 mesi, ormai? Eh si, più o meno mi pare di si.

Ogni tanto ci siamo chiesti che fine aveva fatto il nostro blog. E’ andata così, ci scusiamo sentitamente con quei lettori che ogni tanto bazzicavano da queste parti, ma siamo rimasti sopraffatti dagli eventi degli ultimi tempi. E’ che il cambiamento, e lo stiamo vivendo sulla nostra pelle, porta evidentemente sempre altri cambiamenti.

Ed io che scioccamente ho pensato che cambiare lavoro avrebbe significato semplicemente cambiare lavoro, mi sono ritrovato in una realtà un po’ diversa… Cambiare lavoro ha quindi significato dovermi rifare un giro di colleghi e di buone e consolidate abitudini. E vi assicuro che per uno con un carattere di merda come il mio non è cosa facile. Cambiare lavoro ha significato anche ritrovarmi di punto in bianco con nuovi orari; diversi orari di lavoro, diversi orari di uscita e di rientro a casa, ovvero più tempo libero che paradossalmente un po’ mi toglie il fiato poiché non abituato ad averne.

Ma cambiare lavoro ha significato principalmente, ed è la cosa più bella che mi potesse capitare da questo giro di roulette, da questa scelta anche un po’ avventata, un po’ poco spulciata e messa in discussione, lo spostare nuovamente l’attenzione sulla mia coppia. Ed ecco che riemerso dal mio piccolo mondo fatto di frustrazione, di disagio e di malessere, disintegrata la soffocante campana di vetro sotto cui – per svariate ragioni – avevo deciso di traslocare, ho riaperto gli occhi e mi sono accorto di avere ancora accanto il mio dolce patato. Tornare dal lavoro in orari umani e senza la scimmia che ti strina le orecchie significa godersi un sacco di cose che non ricordavo più. Un cinema ogni tanto, qualche serata passata a cucinare tortillas o fajitas e gustate davanti ad un dvd, qualche amico perso di vista; e progetti per noi due e chiacchiere e risate e occhi che, dopo tanto tempo, si sorridono, nuovamente, reciprocamente.



mercoledì 16 gennaio 2008

E via!

Di cose da dire ne avrei. Ma devo ancora metabolizzare io stesso.
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Quindi scrivo solo queste due righe. E solo per ricordarmi che, da oggi 16 gennaio 2008, per andare in ufficio ci metto 3 minuti 3, e che la pausa pranzo me la passo comodamente stravaccato in casa!
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Fantastico!

giovedì 10 gennaio 2008

Cominciano le chicche dei saluti...

“Ma caspita, ho saputo. Caspita, mi dispiace. Comunque fai bene. Caspita, con la situazione congiunturale di adesso... se non lo fai tu... Che poi appunto, essendo tu giovane, anche se ti dovesse andar male puoi subito trovare di nuovo senza difficoltà...”
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“Eh beh... si, in effetti il viaggio pesa... Pensa che io per arrivare da Cernusco ci metto un’ora e venti. Ma solo se va tutto bene bene bene che tarello come una lippa e arrivo senza intoppi! No dico, un’ora e venti! Che se poi per sbaglio esco dopo dieci minuti capita pure che arrivo anche in un’ora e mezza!”

martedì 8 gennaio 2008

Ultimo

Tra 5 giorni lavorativi cambio lavoro. Finalmente è giunto anche questo momento. Domani sarà l’ultimo mercoledì che passo in questa azienda. Fa strano. Fa strano sentirmi pensare a questa parola. Ultimo. Più passano le ore e più la percepisco forte, concreta. Ultimo. Ultimo mercoledì, ultima volta che percorro questa strada, ultima volta che preparo questa riunione, ultima volta che elaboro questi dati. Ultima volta che vedo queste facce. Ultimo. Ho molte aspettative nei confronti di questo ultimo.

martedì 11 dicembre 2007

Stato di famiglia

Stamattina sono passato in comune per richiedere il certificato di residenza e lo stato di famiglia. Due di tanti altri documenti necessari al nuovo datore di lavoro per potermi assumere.
Molto carina l’impiegata che mi ha chiesto di falsificare il motivo del rilascio dei certificati. “Se lo chiedi per il lavoro devo fartelo con la marca da bollo, 14 euro e rotti per uno più 14 euro e rotti per l’altro, cioè circa 30 euro per un paio di fogli così banali. No, no, falsifica pure il motivo per cui ti serve che tanto non lo controlla nessuno e risparmi... ‘Sti scemi, se facessero pagare un solo euro per qualsiasi certificato sarebbe decisamente meglio”.
Sereno per gli euro risparmiati, sono lì che mi dirigo verso il parcheggio dove avevo lasciato l’auto quando, quasi per sbaglio, mi casca l’occhio sul certificato relativo allo stato di famiglia. Cazzo! Ma lì c’è scritto che Pietro ed io siamo la stessa famiglia! Ecco… e adesso? Non è che quando lo consegnerò l’Inquisitore questo comincerà a farmi qualche domanda? Ché io non sono pronto, che io per queste cose devo trovare i miei tempi, i miei ritmi, il mio modo? Oddio, che ansia.

venerdì 16 novembre 2007

Non vedo l'ora sia lunedì!

La cena di ieri è stata un lampo. Due chiacchiere prima, una bella mangiata durante (bravo amore! Da scoprire come insaporire ste merde di zucche che abbiamo qui, ma bravo!), musichetta di sottofondo e ancora due chiacchiere, poi tutti fuori dalle balle.
Il suo capo in realtà già sapeva. Non c’è stato bisogno di fare alcuna presentazione nè di biascicare alcun discorso. Ne abbiamo dedotto (però, che geni né?!) che la collega, essendo anche amica del capo stesso, lo avesse già preparato.
Insomma, abbiamo entrambi vissuto un’intera giornata di ansia per un cazzo. Come al solito.

Quest’ultimo periodo di lavoro nella futura ex azienda mi sta regalando un sacco di emozioni:
1. Innanzitutto non mi lasceranno fuggire prima. Ieri mi hanno ufficializzato che potrò andarmene solo ed esclusivamente al termine del periodo di preavviso (“sai, il tuo lavoro è particolare, qui non c’è nessuno in grado di sostituirti, adesso noi come facciamo”, gnà gnà gnà...). Questo significa che devo stare qui ancora tre mesi (ma che grandissimi stronzi che siete) ed io, in cuor mio, spero vivamente che la futura nuova azienda decida di pagare la penale. Cosicché io possa lasciarvi nella merda da un giorno con l’altro.
2. Il mio capo si è preso una sbandata per la mia collega, la rompicoglioni della gastritella (per inciso, lui è sposato con prole, lei è zitella).
Ora. Lui non è certamente un tocco di figo, ma lei – a parer mio – è davvero cessa. Eppure noto che l’uomo etero medio la punta volentieri. Quindi è vero che tira di più un pelo di f... vabbè.
Il fatto me lo ha raccontato lei quasi in lacrime poiché
- a lei lui è piaciuto da subito, dal primo giorno in cui è arrivato qui
- lui le ha confessato questa cosa di punto in bianco, senza premesse né fronzoli, senza avergliene mai accennato prima, cogliendola di sorpresa
- lui le ha confessato questa cosa dicendole “ti sto dicendo tutto questo perché da oggi, per superare questa mia crisi, non ti degnerò più di uno sguardo e non ti rivolgerò mai più la parola”

Io non vedo l'ora che sia lunedì per vedere cosa succede di nuovo!

martedì 30 ottobre 2007

Terrorizzato

E infine giunse il momento di rassegnare le dimissioni.
Adesso tutte le tensioni accumulate in questo periodo possono finalmente sciogliersi del tutto. Le spalle possono rilassarsi. Il collo può sciogliersi.
Non è stato facile. Ieri sera ero entusiasta di aver firmato la loro proposta mentre stanotte sono stato assalito da miliardi di pensieri inquietanti. Avrò fatto una cosa saggia? Avrò riflettuto a sufficienza su questa mia scelta? E sarà poi la scelta giusta? Cosa mi aspetta adesso? Come sarà di là? Chi ci sarà?

Amore mio, grazie. Grazie davvero. Grazie per esserci stato nel precisissimo istante in cui ho vacillato, nel momento stesso in cui ho avuto assoluto bisogno di sentirti dire le cose che mi hai detto. Grazie a te, alla tua voce, alle tue parole, uscire di casa stamattina è stato più facile.

Comunicare le mie dimissioni non è stata una passeggiata. O meglio, fisicamente lo è stato, visto che io e il mio capo abbiamo camminato per una mezz’ora buona nel cortile dell’azienda mentre si parlava di sta faccenda. Ma emotivamente (che strano!) è stata durissima. Con quali parole, con che tono, con quale espressione si dovrebbe affrontare un discorso centrato sulle proprie dimissioni? Beh, qualsiasi cosa io sia riuscito a produrre, alla fine il messaggio è comunque arrivato a destinazione. A prescindere dalle mie seghe mentali.
Patato, sta per iniziare qualcosa di nuovo, sto per immergermi in una nuova dimensione e tutto questo coinvolgerà indirettamente anche noi due. Ho voglia di spiccare il volo. Tu però stammi comunque vicino, che non si sa mai…

martedì 23 ottobre 2007

Dell'Inquisitore e di altre amenità...

Ora che tutto comincia a sistemarsi, posso provare a rilassarmi e a raccontare.
Perché essere emotivi è bello, ma solo quando questo fa sì che io passi le ore a piangere davanti ad una scena meravigliosamente commovente, come quella in cui Anton Ego viene fatto tornare bambinetto piagnucolante per le ginocchia sbucciate e viene quindi coccolato dalla sua dolce mammina con una squisita ratatouille.
Quando invece si tratta di cose serie, di fatti della vita che vanno affrontati e gestiti, l’essere emotivo - ovvero il non essere in grado di far fronte alla massiccia dose di stress, di ansia, di agitazione – di certo non mi aiuta ad affrontare le giornate. E passare tre settimane con un torcicollo pressoché continuo, isterico, intoccabile, inguardabile, con tutti i nervi affioranti, le unghie pronte a schizzare fuori per massacrare il primo malcapitato, non è certo cosa salutare…
Per fortuna, ogni tanto, le cose tornano a mettersi bene ed io posso finalmente tirare un bel sospiro di sollievo.
Le cose dunque stettero così, e adesso addirittura riesco a concedermi il piacere di scherzarci sopra:

  1. Papà, almeno per ora, non dovrà più farsi operare alla prostata ma proverà prima una qualche cura super chimica. Probabilmente il tumore alla prostata gli verrà per via di questa cura, ma almeno per ora non ci pensiamo
  2. Mamma non ha un tumore al seno e quindi – viva iddio! – nessuno le asporterà le bocce. Io e mia sorella comunque l’abbiamo già rassicurata: nella peggiore delle ipotesi, quelle nuove gliele regaliamo noi, una per Natale e una per il compleanno
  3. Mia sorella è di nuovo incinta. Visto che la prima gravidanza se l’è passata senza alcun problema ed ha sfornato un bel maschietto, e visto che adesso invece sta vomitando da più di tre mesi, noi tutti speriamo che questa volta ci regali una dolce femminuccia
  4. L’inquisitore, alla fin fine, si è fatto risentire per fissare l’ultimo e decisivo appuntamento (cioè quello della proposta economica). E ciò significa che se non succedono cataclismi dell’ultima ora, se non mi faranno brutti scherzi, a breve potrei ritrovarmi a lavorare per un’altra azienda. Ah, dimenticavo: l’ipotetico nuovo lavoro dista 2,4km da casa. Cioè, non so se mi spiego…

venerdì 27 aprile 2007

E' primavera - 2

Stamattina la mia collega, parlando al telefono: "Antonio, ho bisogno che mandi qualcuno fuori a prendermi un antistasminigo".

Favolosa.