lunedì 28 agosto 2006

Noia

Seconda settimana di lavoro, primo giorno: il telefono squilla, la collega “so tutto io" strilla, il mio capo impartisce ordini, l’amministratore delegato intraprende una sequenza di mini riunioni con i responsabili, un mio collega prepara la borsa per partire, l’altro al telefono tenta di risolvere una problematica, l’altro ancora ha appena consegnato la lettera di dimissioni...
Io sono qui, inerte, inebetito... Ho fatto pipì, ho bevuto dell’acqua, ho fatto di nuovo pipì, ho pranzato... e ora?


Intanto pensavo; se cambiassimo le nostre firme in Fabel e Petel ?
Io in Gretel proprio non mi ci trovo... ( piuttosto Samantha! )

lunedì 21 agosto 2006

Si ricomincia

Tutto sommato, organizzare una vacanza di qualche giorno a Barcellona, non è per niente difficile. Che ci vuole a dare una scorsa sui vari siti internet per cercare un volo ed un alberghetto comodo ma economico. Così come non è per nulla difficile viversela, una vacanza del genere. Basta munirsi di una guida e girare, girare, girare. Passeggiare per chilometri, mano nella mano, compartendo le emozioni che questi posti suscitano in noi, alla ricerca di posti turistici e non, alla ricerca di angoli suggestivi di una città non tua. Ci piace e ci riesce particolarmente bene, questa cosa.
Amore, non ti piacerebbe vivere qui? Guarda quella casa… quanto potrebbe costare? Tanto, vero…?
Compriamo un giornale per cercare annunci di lavoro?
Ma secondo te, a Milano, ce l’abbiamo un posto del genere? Perché non ne apriamo uno noi? Vuoi mettere un negozietto come questo, in qualche posto strategico della città? Mica piaceranno solo a te e me, queste ciambelline sintetiche…!
No, girare per Barcellona non è difficile. Farsela piacere non è difficile. Come – in realtà – non è stato difficile sentirsi bene a Madrid, a Parigi, a Copenhagen…
Proviamo a fare la stessa cosa a Milano? Ci compriamo una guida e ce la giriamo come fossimo turisti? Magari riusciremmo a scoprire anfratti a noi ancora sconosciuti, luoghi interessanti e affascinanti per poter dire, alla fine, che tutto sommato qui non fa poi così schifo…
Barcellona era una vacanza “sicura”. Quello che temevo, e te lo dico solo adesso che l’abbiamo già vissuta, era la vacanza dai tuoi. Perché il paesino è piccolo, la gente mormora, i parenti ti hanno già visto due anni fa con me e adesso ti ci rivedono e quindi chissà cosa penseranno, e poi non possiamo stare in intimità perché lo spazio è quello che è, e quindi mi innervosisco e mi sento gli occhi puntati addosso, mi sento scrutato, giudicato e… cazzate! Vuoi perché avevamo già vacanzeggiato prima e quindi ero bello rilassato, vuoi perché avevo davvero voglia di rivederli tutti e perché in fondo in fondo, ognuno col proprio modo di essere, sono (quasi) tutte belle persone e mi piacciono e mi sono simpatiche, vuoi perché c’era un sole spettacolare e i giorni in spiaggia me li sono davvero goduti una cifra, vuoi perché comunque non siamo sempre rimasti lì ma siamo anche andati in Salento a trovare tua sorella, di fatto quei giorni trascorsi in quel profondo sud che tanto mi piace, che è fatto di un dialetto che comincio a capire, di profumi e di tradizione che qua da noi te li scordi, di gentilezza e calore e cordialità che addirittura imbarazzano, io, la nostra settimana in Puglia me la sono davvero goduta.
E sarà quindi per tutto questo che oggi, mio primo giorno di lavoro dopo tre settimane di ferie vissute pienamente, appaganti, rigeneranti, in una ditta ancora semi deserta, mi sembra che tutto mi scivoli addosso? Devo comunque riprendermi dal torpore e decidermi a metter giù un curriculum serio, che noi ci dobbiamo trasferire sull'Adda quanto prima... Giusto Pot?

giovedì 17 agosto 2006

C'è chi va, c'è chi viene - 2

Eccoci tornati, anche per quest'anno quello che possiamo fare è ringraziare le città che ci hanno ospitato in questa breve ma importante pausa: un grazie alla bellissima Barcellona, al genio di Gaudì e alla vitalità degli spagnoli; un grazie alla splendida Puglia, alle bellezza delle sue coste e all'ospitalità dei miei parenti e dei miei genitori.
Siamo tornati: nella nostra Milano, troppo grande per rendersi conto della nostra esistenza, e nella nostra Italia, apparentemente grande ma che a volte sembra tanto poiccola e stretta...
Torniamo con un pò di rammarico, siamo stati bene, abbiamo respirato aria nuova, abbiamo vissuto realtà diverse dalle nostre e tante di queste ci sono piaciute.
Abbiamo abbandonato questi posti, con quella sensazione di amarezza e con il crescente desiderio di cambiare tutto di questa vita che ci sta sempre più stretta, con la voglia di cambiare lavoro, di cambiare città. di cambiare stato, di cambiare fidanzato (scherzo hanselino mio!).
Torniamo a casa e al nostro nuovo computer (finalmente in pochi secondi possiamo anche noi connetterci al mondo) e con un pizzico di stupore (e quel tanto di invidia!), leggiamo le parole di chi il coraggio e la voglia di cambiare la propria vita ce l'ha, ce lo dimostra sfidando anche le sue paure, partendo per rincorrere un sogno (o un obiettivo, chiamatelo come volete).
Leggo quelle righe e mi commuovo, perche mi identifico in quel viaggio che sogno da una vita e perchè quelle parole sono cariche di emozionei e poi.... sono scritte troppo bene!!!
Tanti Auguri Anellino... Ci auguriamo di essere presto tuoi ospiti...

C'è chi va, c'è chi viene - 1

Tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun. Dal grande finestrone dell'Eurostar diretto a Milano Stazione Centrale le cose sfilano veloci. Sarà per questo che non ci stiamo annoiando, sarà per questo che il viaggio di ritorno ci sembra meno monotono e meno triste del previsto. In una pausa dalle nostre letture altamente culturali decidiamo di mandare qualche sms. Un po' per ingannare il tempo, un po' per far sapere che stiamo rientrando a casa, che le nostre ferie sono finite.
Un messaggino lo riservo ad Anellidifumo. E' da tanto che non lo sento. Non risponde. Axel mi dice che è partito. Come partito. Già partito?! Ma porc...!
Appena arrivati a casa facciamo subito capolino sul suo blog per avere una conferma, forse Axel si sbaglia e... no, non si sbaglia. Anellino realmente scrive dal Canada.
Scorriamo le sue pagine alla ricerca del giorno, alla data del fattaccio ed infine, eccolo lì, il post dedicato alla partenza.
Come gli scrissi una volta, sono sempre molto diffidente con le persone -tutte!- e stitico nel concedermi, riluttante al lasciarmi andare, a scendere in profondità. Tempi passati che hanno lasciato un segno. Ma, e non chiedetemi il perchè, con Sciltian le cose non sono andate come sono abituato a vederle andare. Nonostante ci si sia frequentati praticamente per niente, nonostante ci si sia visti non più di cinque volte e davvero di rado, l'idea che se ne sia andato senza poterlo salutare di persona... beh... mi lascia l'amaro in bocca. Come se fossi mancato ad un appuntamento importante.
Ho letto il tuo post sentendomi anche un po' offeso, per dirla proprio tutta. Forse è stato per il fatto di scoprire del tuo trasloco così tardi. Ma l'amarezza per non averti potuto incontrare prima del tuo grande salto transoceanico lascia il posto, man mano che faccio scorrere il tuo post sul video, ad una sensazione che è un mix tra gioia, invidia, commozione (si, come quella che si prova quando si guarda un film e gli occhi si inumidiscono di fronte all'happy end).
Sono contento che sei là, sono felice per l'opportunità che ti sei dato e ti ringrazio per l'emozionante quadretto che ci hai dipinto. L'invidia, quella, mi sa che invece sarà un po' difficile da tramutare in qualcos'altro...
E adesso, con calma, recupererò tutti i post che mi sono perso. Con calma, chè prima devo metabolizzare la tua partenza...