lunedì 28 gennaio 2008

Ehm...

Cavoli... In attesa di postare cose nuove ho riesumato un pezzo del viaggio a New York ma anziché finire come ultimo post pubblicato, si è mischiato a quelli già pubblicati.
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Come dire... ci mancava anche solo il blog, a fare casino... azz!

mercoledì 16 gennaio 2008

E via!

Di cose da dire ne avrei. Ma devo ancora metabolizzare io stesso.
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Quindi scrivo solo queste due righe. E solo per ricordarmi che, da oggi 16 gennaio 2008, per andare in ufficio ci metto 3 minuti 3, e che la pausa pranzo me la passo comodamente stravaccato in casa!
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Fantastico!

giovedì 10 gennaio 2008

Cominciano le chicche dei saluti...

“Ma caspita, ho saputo. Caspita, mi dispiace. Comunque fai bene. Caspita, con la situazione congiunturale di adesso... se non lo fai tu... Che poi appunto, essendo tu giovane, anche se ti dovesse andar male puoi subito trovare di nuovo senza difficoltà...”
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“Eh beh... si, in effetti il viaggio pesa... Pensa che io per arrivare da Cernusco ci metto un’ora e venti. Ma solo se va tutto bene bene bene che tarello come una lippa e arrivo senza intoppi! No dico, un’ora e venti! Che se poi per sbaglio esco dopo dieci minuti capita pure che arrivo anche in un’ora e mezza!”

martedì 8 gennaio 2008

Ultimo

Tra 5 giorni lavorativi cambio lavoro. Finalmente è giunto anche questo momento. Domani sarà l’ultimo mercoledì che passo in questa azienda. Fa strano. Fa strano sentirmi pensare a questa parola. Ultimo. Più passano le ore e più la percepisco forte, concreta. Ultimo. Ultimo mercoledì, ultima volta che percorro questa strada, ultima volta che preparo questa riunione, ultima volta che elaboro questi dati. Ultima volta che vedo queste facce. Ultimo. Ho molte aspettative nei confronti di questo ultimo.

domenica 6 gennaio 2008

New York - Parte IV

Giusto perché non pensiate male, vi facciamo vedere che siamo ancora vivi postando questo ennesimo resoconto del nostro ultimo viaggio (poi però basta, ché se no vomitiamo tutti; al limite se volete vederne ancora potete tranquillamente acquistare il dvd!). Questo in attesa che si riesca a metter giù due righe per raccontare del terribile pasticcio in cui mi sono cacciato cambiando lavoro. Besos a todos. :-)
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La mattina del 4° giorno siamo in piedi presto per correre ad accaparrarci i biglietti per Liberty Island e alle 7,45 siamo davanti a Castle Clinton, ancora chiuso. Ovviamente i biglietti sono acquistabili anche on line, ma a noi piace soffrire. Tant’è che, oltre alla levataccia, all’uscita della metro ci attende un vento gelido che soffia più o meno a 120km/h e il botteghino non apre prima delle 8,30. Dopo 40 minuti passati a parlare con pinguini e turisti intirizziti, si spalancano i portoni, finalmente riusciamo ad acquistare i tanto agognati biglietti e scopriamo anche che:
- non si sale più fin sulla testa della statua. Cioè arrivi sull’isola, la giri come ti pare, entri nel basamento/museo, te ne vai. Fine del tour.
- il battello non parte prima delle 9, il che significa dover restare al gelo per un’altra mezz’ora abbondante.
Quanto meno il biglietto permette la visita sia di Liberty Island che di Ellis Island, la vicina isoletta dove venivano lasciati in quarantena gli emigranti che arrivavano per la prima volta sulle coste americane.
Riuscire ad arrivare dentro il basamento della Statua della Libertà sarà una delle avventure più faticose che ci troveremo a dover affrontare in questa vacanzina. Infatti prima di salire sul traghetto si è costretti a passare sotto il metaldetector e a gettare borse, giacconi e cinture sotto i raggi x. Operazione che va poi ripetuta prima di entrare nel basamento della statua. Le file prima dei due controlli sono lunghissime ed ovviamente il tempo che si “butta via” (per non vedere comunque un cazzo) è infinito ed estenuante.

A metà pomeriggio riusciamo a rimettere i piedi sull’isola di Manhattan. Decidiamo di attraversare ChinaTown, dove pranzeremo (che coraggio, chiamarlo pranzo!) e dove compreremo un paio di utilissimi e comodissimi cappellini di pelo con orecchie protettive, e di passare poi per Little Italy, dove conosceremo una genovese aspirante hostess con la pronuncia inglese più orrenda che si sia mai sentita.
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In questo filmato:
1) Battery Park (di nuovo)
2) I nostri piedi sanfrancescani fuori da Castle Clinton
3) Scoiattolo nel prato di Battery Park
4) Patato ghiacciato a Castle Clinton
5) Statua della Libertà da Battery Park
6-11) Statua della Libertà
12) Skyline dietro gabbiano ghiacciato
13) Ponte di Verrazzano
14-17) Skyline
18) Chrysler Building da Liberty Islan
19-22) A Ellis Island
23) Il Muro degli Immigrati
24-25) Little Italy
26) Chrysler Building by night
27) Flat Iron Building by night28) Il vapore dai tombini... è vero!

sabato 5 gennaio 2008

New York - Parte III

Della Big Apple, bellezze architettoniche e... paesaggistiche a parte, colpisce la devozione dei newyorkesi verso le cose italiane. E’ in desiderare e possedere tutto ciò che ha a che fare con l’Italia. Tutto ciò che realmente provenga dall’Italia, o che richiami in qualche modo l’Italia o, semplicemente, che faccia rima con Italia, va bene! E questo nonostante nell’immaginario collettivo persista l’idea dell’italiano = pizza, mandolino e mafia. In giro per New York quindi, vedrete e sentirete un sacco l’Italian Style. Vetrine piene zeppe di prodotti italian style.
Ci si rende subito conto che è sul cibo, che si tocca il massimo del ridicolo in questo loro voler perseguire e dare sfogo alla mania delle cose italiane. Passino certi olii extravergine dai colori improbabili o certe sbobbe in scatola spacciate per real italian soup. Sono cose che purtroppo pian piano prendono sempre più piede anche qua da noi. Ma il cucinare, l’atto di scegliere e mettere insieme gli ingredienti per realizzare un qualsiasi manicaretto degno di questo nome... Ci capita cioè, un pomeriggio in cui eravamo in stanza in attesa di uscire per la tappa programmata, di fare zapping selvaggio (i canali sono infiniti e ora che li hai girati tutti sono passate delle ore; vai veloce che tanto quel CSI Miami lì l’abbiamo già visto pure noi in Italia; gira pure che tanto non si capisce cosa dicono); col pollice indolenzito finiamo su questo canale, durante questa trasmissione.
Avete presente quei programmi italiani in cui il cuoco, che in realtà è chef, vi illustra con estrema eleganza gli ingredienti necessari per quella tal ricetta? Ecco, dimenticateli! Qui siamo di fronte ad una nuova generazione di cuochi, usciti da una scuola dura e severa e che insegna loro che la forma, il modo di presentare, deve essere assolutamente impeccabile.
Il video dura un po' (poco più di 9 minuti), ma è utile per poter notare certe sfumature, certe finezze. Decisamente un ottimo insegnamento, un modello da seguire, a cui ispirarci...
Ovviamente, perdonerete le risate in sottofondo...
(scommessa: riuscirà la famiglia PerSpa ad eguagliarla?)

giovedì 3 gennaio 2008

Di cose brutte e di cose belle

Le cose brutte delle feste:

Svegliarsi – svegliarsi... buttarsi giù dal letto, più che altro! – il 3 mattina per andare in ufficio ed accorgersi che la camicia tira dappertutto, e farsi venire il magone davanti ad una cintura che oramai si infila solo nell’ultimo buco, non sono cose che mettono propriamente di buon umore.

E riguardare i video girati in questi giorni ed accorgersi che, mentre i PerSpa sono realmente come li vedi, alti proprio così e con esattamente quella voce che si sente lì (ovvero quel grazioso e piacevole siculeneto o veneticulo che dir si voglia, tipico della loro coppia mista), il nostro timbro di voce non solo non è baritonale come credevamo, ma è acuto e addirittura scheccante all’ennesima potenza, e i nostri corpi, anziché slanciati e armoniosi da trentenni sani, appaiono piuttosto come quelli di Barney dei Flintstone (io per esempio sembro sempre senza collo e con la pancia che comincia da subito sotto il pomo d’Adamo!), ecco, tutti questi non sono aspetti che ti fanno rimpiangere i giorni di festa appena trascorsi.

Le cose belle delle feste:

Anche se ormai l’avrete già letto sia qui che qui, ma certamente anche qui, non possiamo certo esimerci dallo scriverlo pure noi. Ecco quindi che con gioia ringraziamo pubblicamente la squisita famiglia PerSpa (i due papi ma pure la figlioletta Topetta) per la disponibilità e la calorosità con cui ci hanno accolto nella loro deliziosa e coloratissima casetta. E nonostante ci si conosca da relativamente poco tempo. Grazie per averci fatto divertire con Pictionary, grazie per averci coccolato con il cibo e per averci permesso di aiutarvi con la cena di capodanno (alcuni video li trovate già sul loro sito). Grazie per la serata di capodanno, serata in cui abbiamo conosciuto Fireman & Compagno (conoscerli è stata davvero una gradevole scoperta); e grazie anche per averci portato al mare (che respirare un po’ di iodio fa sempre bene) e poi a Monte Mario, dove abbiamo incontrato l’amico Anellidifumo (al quale ci lega un’altrettanto recente ma sempre più profondo rapporto di amicizia) e il suo amico bologn-lussemburghese Daniele, che ci ha colpito per la sua sorridente e divertente pacatezza (e poi… ma quant’è colto?!).

Insomma, se non si fosse ancora capito, siamo stati divinamente bene. E il raffreddore che ci siamo buscati appena poggiati i piedi sul suolo milanese è l’evidente segnale che già ci mancate tutti!

Oscar & Tonino preparatevi, che i prossimi siete voi!

martedì 1 gennaio 2008

Capodanno 2008

Stiamo trascorrendo questi giorni ospiti della famiglia PerSpa.
E a reti unificate vi facciamo i nostri migliori auguri per il nuovo anno.



Ovviamente non poteva mancare il dietro le quinte di questo lunghissimo lavoro…

AUGURI!