mercoledì 12 dicembre 2007

New York - Parte I

Il volo diretto Malpensa – Newark ci porta comodamente alle porte di New York City in sole 8 ore. Il capitano di turno ci tiene ad informare noi passeggeri, come se mi avesse letto nel pensiero ed avesse scoperto la mia paura di volare, che il volo sarà tranquillo viste le eccezionali condizioni climatiche ad alta quota. Specifica inoltre che piccole, leggere, turbolenze, “assolutamente normali”, ci attenderanno al nord della Francia e sulle coste americane. C’è anche da dire che in business class viaggia il sig. Andrea Pezzi. E si sa, quando c’è un vip a bordo l’aereo non può certo precipitare.

L’arrivo su Newark piuttosto che su JFK ti concede quel giusto antipasto visivo ad alta quota sui grattacieli di Manhattan che non è per niente male. Ci sentiamo quindi di consigliare vivamente questo aeroporto al JFK, che sarà pure più importante per dimensioni e numero di collegamenti, ma che dal punto di vista della vista non è appagante (azz!). Se poi però spendete meno arrivando sul JFK fottetevene della vista ed atterrate pure lì.
(Amore, dici che capiranno che stiamo scrivendo queste cose a notte fonda?)

L’aeroporto ci fa già sentire spaesati. Ma questo ci capita con tutti gli aeroporti nuovi (ci è capitato persino con quello di Orio al Serio la prima volta che ci siamo entrati per prendere un volo Ryanair!). Io devo assolutamente fumare ma il non conoscere le loro leggi in materia mi paralizza e quindi evito.

Troviamo un banco informazioni. Dobbiamo capire come arrivare in città adesso. Col nostro fantastico inglese riusciamo, in quattro e quattro otto, a prenotare uno shuttle; l’autista, un nano portoricano dal pessimo inglese e dall’orribile spagnolo, che mastica cicca mentre parla contemporaneamente a due cellulari (e guidando!) ci fa fare sei o sette giri dell’aeroporto per raccattare mezzo mondo e infine, imbucando finalmente il tunnel Holland, ci fa entrare nella fantascientifica Manhattan.

A Manhattan, che colpisce di botto sono
Il traffico e i clacson
L’ombra anche a mezzogiorno
Le strade tutte a griglia tranne una

Dopo un trasferimento infinito, ed io in piena astinenza da fumo, riusciamo a mettere piede davanti all’albergo, il Mansfield Hotel. L’hotel, 12 piani in tutto, paragonato agli edifici circostanti pare una minipalazzina. La nostra stanza, all’11° piano, è piccina ma pulita e graziosa.

Dopo una doccia scendiamo per fare un breve giretto del circondario, scoprendo così di essere dietro Times Square. Il gelo è indescrivibile. Tira una bora che la metà basta! L’indomani, infatti, ci alzeremo che nevica. Ma non “nevica” nel senso candido e armonioso che conosciamo noi poveri provinciali italiani. No, no, nevica nel senso di “c’è una tormenta di neve”! Che però, per fortuna, dura poco. Ciò nonostante il gelo è sempre più gelato e girare con i quattro straccetti che ci siamo portati dall’Italia non è proprio possibile. Questo ci costringe ad uno shopping fuori programma (caspita, che disdetta!), facendoci visitare dei capisaldi storici della NYC da vestire: Macy’s e Bloomingdales.

In allegato il riassunto fotografico dei primi due giorni. Per cortesia, siate clementi che questo è il nostro primo esperimento e poi ci distruggete l'autostima...

In questo filmato:

1) Dallo shuttle dell'autista portoricano nano
2) Grattacielo Met Life (ex PanAm)
3–8) Times Square
9) Alcova
10) Alcova con Pietro (non è bellissimo?)
11) Alcova con Fabio e Pietro
12-18) Bryant Park
19-20) Nei pressi del Rockfeller Center

Prossimamente la continuazione, con nuove foto e alcune chicche dalla Big Apple.

9 commenti:

Fabio ha detto...

Prima che lo facciate voi:
La data è ovviamente errata! E' che in azienda viaggiamo con l'anno fiscale, che va da luglio a giugno, e quindi per me siamo già nel 2008. Correggerò quanto prima. :-)

Unknown ha detto...

le foto sono belle.
voi siete bellissimi.
e l'alcova è stupenda.
solidarietà a tutti i fumatori del mondo che viaggiano per 8 ore e poi cercano disperatamente un punto fumatori, mentre il loro compagno non fumatore li osserva con sguardo misto comprensione-biasimo.
solidarietà anche ai nani. si ricorda che "botte piccola buon vino".
che per caso faceva un pò freddino??
sarò un mese a milano prossimamente, qualora sentiste il bisogno irrefrenabile di conoscermi :-)

Fabio ha detto...

Oscar: massimo rispetto per quelli non alti. Ma credimi, l'autista era più che basso. E vederlo alla guida di quel furgone immenso faceva un po' senso (e anche un po' paura)...
Un mese in questa città orrenda?! Cavoli, non ti biasimo. E per il conoscerci più che volentieri: io e te ci troveremo senz'altro d'accordo sul fumo, tu e Pietro sul vino! :-)

Anonimo ha detto...

Che, vi abbiamo contagiato con la malattia dei video? Voi belli e anche NYC! Volera neve anche qua!
Spa of PerSpa.

Fede ha detto...

Che strano, a me gli aeroporti danno la sensazione diametralmente opposta, mi sembrano tutti uguali e famigliari.

Com'era Bloomingdales's?? :D

Anonimo ha detto...

Carucci che siete....

Anonimo ha detto...

Bellerrmi come sempre. Vi si aspetta a Roma con affetto.

Anonimo ha detto...

Ps contento di essere scappato da Toronto proprio il giorno prima della bufera di neve! In compenso, fa un freddo notevole anche a Roma.

Unknown ha detto...

ei bei ragazzi,
io sto aspettando la seconda parte..con foto nuove. su su non vi fate pregare.
io sarò a milano dal 15 gennaio credo. la mia metà verrà un week end. quindi, ci sentiamo!